Storia

Come cascina agricola nasce circa 200 anni fa, i suoi possedimenti erano enormi, nel tempo furono suddivisi e venduti ed ora è proprietaria di colline tutt’intorno, decorate da alberi di noccioli coltivati biologicamente dal 1999, da boschi orti e frutteti. Questo paesaggio di Langhe è rimasto molto simile rispetto a decine di anni fa. Qui le coltivazioni di uve non sono che rade, e di conseguenza il suo paesaggio risulta autentico.

 
 

Intento progettuale

 
 

Il desiderio forte da parte della committenza, attraverso un restauro attento, è stato quello di non modificare la struttura architettonica, già di per sé essenziale, ma di eseguire un intervento minimale di rivisitazione con estrema pulizia dei dettagli, usando materiali già presenti nell’originaria costruzione, come pietra, vetro e metalli, dichiarando un intervento moderno privo di false movenze storiche, così comuni nei recuperi di antichi cascinali agricoli.
Con questo concept d’immagine si sviluppa linearmente il contenuto di questo involucro: un contenitore di esperienze paesaggistiche, ovvero un luogo di racconto e scambio,uno spazio che accoglie l’ospite e offre le materie prime della sua terra e le trasforma, senza stravolgere la memoria del cibo, riportando nei piatti il sapore antico di quegli ingredienti che hanno fatto delle Langhe un polo eno-gastronomico unico al mondo.
Nel nostro Luogo in ogni caso pensiamo che il concetto di tradizione si debba allargare, senza sfregiare le vecchie generazioni, modellando l’ospitalità gastronomica sulle nuove attitudini sociali. 
Il progetto architettonico è coerente con i suoi obbiettivi finali, cioè di evidenziare l’essenza del luogo, senza togliere importanza al territorio che circonda ed ospita il cascinale, senza ostacolare l’ampio respiro della corte nel suo vasto disperdersi verso la pianura sottostante cinta da un irreale disegno delle Alpi.

 
 

La storia nella memoria letteraria

“Partirono. Per l’oscurità e le cautele impiegarono più di un’ora ad arrivare a veder la cresta. In repentinità quasi di miraggio, massima e stregata, apparve la grande cascina solitaria sulla cresta, con lumi e fessure delle sue impannate scassate. Salirono d’un altro po’ ed allora esplose la voce della cagna lupa”.

Era novembre, adesso è aprile. Eppure, dopo settant’anni – alle due di un pomeriggio di una finta primavera – la nebbia sembra quasi non essersi mai dissolta da allora. I settecento metri della cascina di Langa tra Benevello e Trezzo Tinella ti accolgono dentro quello che Paolo Conte potrebbe chiamare un bicchiere di acqua e di anice. Un lenzuolo bianco nasconde l’arco alpino, i noccioleti e le vigne, che di quelle mille e mille gocce di vapore fresco – prima di restituirtene il sapore in un bicchiere – si nutrono. Non c’è traccia della val Tanaro né della val Bormida, stese ai lati di quel crinale così prezioso proprio perché permetteva di osservare i movimenti sia dalla parte di Alba che da quella di Asti...

 
 
 
 
 
 

Decennale del progetto di ristrutturazione e rifunzionalizzazione della Cascina Langa

 
 
Interno.jpg

Adagiata, a 720 metri di altitudine, sulla cresta di colline che da Trezzo Tinella verso Manera tratteggiano il paesaggio alla porta nord dell’alta langa, Cascina Langa è un luogo tanto mitico quanto più autentico, circondato da ettari di noccioli, frutteti e boschi, invece che perfettamente pettinato dalle vigne come diffusamente accade in altri versanti di Langa.
L’edificato di Cascina Langa si struttura in tre differenti fabbricati originari: uno tutt’ora di civile abitazione, un rustico e un portico agricolo, che da due secoli chiudono per tre lati l’ampia corte.
Il quarto lato è infatti completamente aperto verso un panorama senza eguali, che puntando al Monviso dalla Langa orientale spazia su tutta la pianura cuneese e sulla corona alpina. Luogo principe dell’epoca fenogliana, che sentitamente ne racconta come nascondiglio dato per la resistenza partigiana (“La padrona era una delle più forti, ardite e cupide donne della collina” - il Partigiano Johnny), Cascina Langa resta un luogo privato con la vocazione del rifugio, di riparo per il corpo e lo spirito dal respiro di terra che promette di montagne e di brezze marine, con una rete di sentieri che ispirano l’esplorazione dei pensieri.

Il portico agricolo, completamente ristrutturato integrando su due nuovi livelli un ristorante con uno spazio per eventi, è diventato un centro di sperimentazione enogastronomica e artistica, che senza trascurare la tradizione trasforma materie prime locali e produce creatività.
Nel rustico, completamente rinnovato consolidando la vocazione di Cascina Langa all’ospitalità è stata ricavata una raffinata area benessere con ampi spazi di relax e comode camere arredate a tema, organizzate intorno a un percorso di trattamenti del corpo per accompagnare gli ospiti oltre le suggestive atmosfere del luogo, in un benefico viaggio interiore che attraversa il cuore e la mente.

Arch. Giorgio Domenino
Arch. Michele Cafarelli